Il dibattito sull’artigianato a Venezia in questo periodo sta maturando in proposte che tengono alto anche il livello di polemica tra le differenti fazioni di cui il contesto è composto .
Peccato che chi ci rappresenta quando non fa il sordo ( e intanto gli anni passano e le occasioni si perdono ) la butta nella provocazione che fa restare tutto com’è.
Per formulare una proposta costruttiva dedita alla cultura del fare di cui come artigiano mi sento portatore, mi piacerebbe venisse inaugurata a Venezia la Casa dell’Artigianato Artistico che nascesse dalla sinergia collaborativa degli artigiani con il coinvolgimento di Camera di Commercio e Comune di Venezia, che la sede fosse molto prestigiosa e centrale, che in un circolo virtuoso l’Artigianato d’Arte trovasse casa e si mettesse in mostra con le opere e gli operatori più rappresentativi della città scelti per qualità e eccellenza che nascesse da lì un progetto ambizioso e coalizzante per promuovere concretamente a livello locale e internazionale opere e artigiani di grande pregio all’altezza del nostro creativo “made in Italy”.
Manufatti orafi, di vetro, legno, ferro, pietra, marmo, sartoria, carta, cuoio ed altro ancora prodotti che parlano della nostra storia e prestigiosa occasione per far conoscere l’identità e la creatività veneziana. I maestri saranno impegnati con la concorrenza della qualità a commercializzare nuove ed inedite proposte.
Le creazioni esposte potranno cambiare periodicamente – ogni tre mesi – seguendo una logica di rotazione che permetta ai visitatori e clienti di scoprire ogni volta nuove opere e nuovi allestimenti e rappresentare per tutti i migliori artigiani una finestra per mostrare i frutti del proprio lavoro e unitamente il gesto che li crea.
Sì, perché la Casa dell’Artigianato dovrà essere una struttura che ospita oltre al pubblico anche le scuole coinvolte in dimostrazioni di lavoro dal vivo, seminari, laboratori didattici, centro polivalente e propulsivo di conoscenza e di sviluppo delle capacità insite nel nostro creativo DNA.
La Casa potrà essere curata da un’agile struttura organizzativa gestita e autofinanziata con gli introiti delle vendite delle opere uniche appositamente create per le esposizioni.
Non è un sogno : da vicentino e da trent’anni operatore veneziano d’adozione mi auguro per questa città associazioni di artigiani e politici sensibili e lungimiranti come l’esempio di Vicenza ci dimostra con il progetto ViaArt pensato e operativo da qualche anno, dal quale tutti dovremmo imparare ed ispirarci.
Questa sì mi sembra la messa in opera del vero “incubatore” che mette da parte polemiche e divisioni del vecchio infruttuoso modo di far politiche sull’artigianato, ma usa costruttivamente e sinergicamente l’azione politica al servizio dell’artigianato stesso, riconoscendone e valorizzandone dignità, potenzialità e sviluppo.
La Casa sarà inoltre il suggello e la reale garanzia dell’autenticità delle opere e quindi dell’eventuale marchio a sigillo delle produzioni.
Faccio un appello alla sensibilità dei nostri rappresentanti perché quando chiude un artigiano senza che ci sia trasmissione e ricambio del suo sapere è come se andasse bruciato un libro raro e unico ; se poi un artigiano non viene riconosciuto e valorizzato nel suo territorio, tra l’altro per la promozione e lo sviluppo del territorio stesso, è come se lo stesso libro di prima venisse lasciato chiuso su di uno oscuro scaffale a riempirsi di polvere, dimentichi di averlo e in un contesto generale sempre meno autentico.
Gualtiero Dall’Osto
Artigiano Venezia
6 Aprile 2009