L’artigianato artistico una volta pregio non solo del centro storico veneziano vetrina del made in Italy , del gesto che sorprende perché caratterizzato prima di tutto dalla creazione in loco , esibito nel suo farsi in pubblico davanti ad un turismo che si acculturava in diretta , in bottega o addirittura fuori nella Calle , abbandonato , mortificato , lasciato solo , langue esanime .
Orfano di conoscenza e rappresentanza politica lascia il passo al sempre più economico compra e vendi , scorciatoia che ci evita il processo creativo e insieme ci rende sempre più dipendenti e quindi più poveri dalle economie esterne e importate .
In questo quadro un turismo sempre più disorientato e squalificato fa scappare in altri lidi più attenti all’autenticità la parte migliore di sé stesso ; ne stanno facendo i conti alberghi , albergatori , ristoratori di qualità ……. Venezia da sola , svuotata di abitanti e di anima , non basta .
La cultura del ribasso si preclude pure gli sponsor , a chi conviene investire in un luogo che perde ambizioni e identità .
A nulla serve la continua chiusura di botteghe e attività di rassegnati colleghi , patrimoni di sana esperienza, mani intelligenti , cultura e professionalità . Nessuno e intendo chi ne ha le competenze sembra accorgersi e promuovere una qualsiasi reazione a questa tragedia . Il vuoto , il deserto e il mortificante livello di qualità che sta via via mascherando il volto , l’originalità e l’unicità di Venezia sembra il frutto di un fenomeno che non riguarda scelte di chi è delegato a interpretare e governare problemi e processi di un luogo ma di “potenti fenomeni” che provengono sempre da “chissà dove” e non implicano mai scelte e responsabilità personali di chi è stato scelto a governarli .
Poche generazioni fa i mestieri artistici erano considerati Arti ed erano normati dentro statuti e associazioni che ne tutelavano la dignità e lo sviluppo ; questo al contrario di quello che non si fa oggi ha costruito Venezia e ciò che rappresenta .
Ritornare ad avere referenti che conoscono e rispettano le necessità dei mestieri artistici è la premessa per tornare a ricomprendere e a riconoscere i bisogni che questi operatori hanno , non solo calare dall’alto non condivisi e subiti norme e balzelli . E’ controproducente per non dire umiliante cadere in operazioni-nostalgia come esibire qualche artigiano a Natale o in Manifestazioni in cui mettere in mostra “l’ultimo degli artigiani” in qualche fiera della globalizzazione .
La colpevole ignoranza del settore artistico sta uccidendo un patrimonio di cultura e creatività che scorre nel nostro DNA .
Chi è disposto a non rendersi ancora responsabile di questo scempio ?
Qual è il ruolo della politica sul tema ? Chi esce da Istituti artistici che occasioni trova in questo contesto ?
E’ l’economia della creatività e della manualità ad essere sottomessa , vogliamo prenderne atto ?
Non è un problema di finanziamenti come spesso si giustifica la “povera” monotonapolitica attuale .
Sono necessarie scelte ed indirizzo .
Rigenerare e rivitalizzare la vita a Venezia significa ripartire anche da questo : mettersi attorno a un tavolo con chi di dovere , uniti e competenti , riaprire una reale concreta economia che , tra l’altro , si accolla tutto sulle sue spalle , non prevede cassa integrazione ,interpretare le necessità di soggetti depositari , come noi siamo , di cultura e creatività per creare le condizioni e le possibilità pratiche di riaprire queste botteghe chiuse e ridare nelle differenti espressioni di mestieri , materiali e gesti dignità ai nostri luoghi , ai nostri antenati che quindi non si rivoltino più nelle loro tombe per quello che ora succede e al futuro che per questa strada chiaramente stiamo squalificando .
Dall’Osto Gualtiero
Settore : P-Artigiano artistico