La parola crescita , divisa dai suoi contenuti , è materia inflazionata nelle infinite e sfinite discussioni sul lavoro di questi ultimi tempi .
In natura è risaputo che per crescere un seme ha bisogno delle condizioni più favorevoli perché questo possa svilupparsi .
Gli agricoltori , rischiando in proprio con la loro esperienza , facendo fruttare le stagioni , conoscono bene il processo e si adoperano e concentrano i loro sforzi per trasformare il terreno e le condizioni più favorevoli e idonee…. dall’aratura alla concimazioni , dalla pulizia dalle infestanti all’innaffiatura ecc…stando vicini e presenti a questo processo salvaguardano e tutelano il seme e il territorio per e in nome del futuro raccolto che così facendo sarà sicuro e abbondante per tutta la comunità .
I nostri rappresentanti politici , agricoltori dell’economia del nostro territorio , hanno smarrito da tempo questa semplice antica sapienza , l’impegno e la vocazione a creare condizioni favorevoli affinchè semi imprenditoriali freschi possano attecchire e trovare terreno preparato allo sviluppo di neonate attività .
Invece di essere al servizio della cura del terreno più idoneo da predisporre per accogliere le piantine fresche di attività e creatività per il futuro di questo territorio , li ritroviamo “altrove”, mai dove servono alla causa , spesso in salotti televisivi dove ormai anche le parole svuotate dei loro contenuti si sovrappongono perdendo il collegamento al senso della realtà .
Per l’artigianato i dati parlano chiaro : le botteghe chiudono , costo del lavoro alle stelle , burocrazia , normative , balzelli, complicazioni , uccidono il lavoro quando è ancora in fasce o – per stare in tema – quando è ancora un seme , falciato da uno Stato “Stato di cose” di chi non conosce neanche più le sue piantine che oltretutto devono assumersi e aggiungersi a questi oneri anche il proprio rischio personale .
Il fertile terreno Venezia , una volta ricco di saper fare e artigianato artistico , non coltivato per la sua natura e specificità , si spopola della vita dei suo abitanti , dei mestieri , delle attività invaso da infestanti non controllate e non governate ( o forse ben pianificate ad arte ? ) che ne snaturano la sua storia , la sua caratteristica , mortificando il presente e svuotando la città storica , prefigurando nel fantasma così predisposto l’organizzato consumo turistico di massa .
La crescita in questo contesto si traduce in crescita della de-crescita dove ognuno con l’ipocrisia che gli è propria aggiunge proposte che allontanano dal percorso verso la città animata di vita ,di attività e di un suo presente .
Ma d’altronde le responsabilità in questo paese non hanno nomi e cognomi , non sono mai di nessuno , tantomeno dei politici agricoltori , lontani dal terreno , dalle piantine e dal farci capire quale progetto e quale raccolto abbiano in mente per il nostro futuro . Sono testimone di questa involuzione .
Peccato e irresponsabile che l’artigianato artistico , Cenerentola ( ma in realtà Principessa) del lavoro si trovi da troppo tempo a rimbalzare di fronte politicamente a un grande muro di gomma con la forma di tre enormi scimmie che non vedono non sentono e non parlano .
Gualtiero Dall’Osto
Agricoltore di Artigianato Artistico
Parzialmente pubblicato su “Il Gazzettino” del 30 marzo 2012.