I “colori” del lavoro artigiano

Il Gazzettino di qualche settimana fa riportava a tutta pagina che da settembre la CGIA di Mestre inizierà una “guerra” nei confronti di un esercito di abusivi che aumenta progressivamente rei di lavorare in nero.
L’associazione di categoria aprirà dal prossimo mese uno sportello con l’invito a denunciare chi lavora con questo sistema che in linea di principio tutti credo siamo d’accordo di dover combattere e considerare irregolare.
Come artigiano però aimè conosco il problema dal suo interno, dalla trincea, dalle quotidiane emergenze a cui siamo esposti e stressati. Riscontro poi uffici lontani dal campo operativo che sfornano dati tante volte anche veritieri ma che nessuno considera e interpreta, affrontandone i motivi, entrando nelle soluzioni malgrado le vittime! Imprese e imprenditori chiusi, scappati o peggio ancora deceduti sul campo.
Il fenomeno è più complesso per essere liquidato con denunce e stato di polizia. Leggendo il pezzo riflettevo a quanti lavoratori dovrei denunciare conoscenti colleghi che hanno chiuso ma proseguono l’attività “in qualche modo” come possono, sopraffatti da un’oppressione burocratica e fiscale figlia dell’enorme apparato clientelare e parassitario che succhia e pesa sulle spalle di chi lavora autonomamente, 68/70% stima la Regione Veneto. Artigiani che a seguito di problematiche di salute o di prestazioni non pagate si sono trovati nell’impossibilità di superare momenti difficili, sistema bancario oneroso e ostile, affitti che corrono, costi dei servizi, contabilità, commercialista, contributi, competenze varie…… l’elenco è troppo lungo per un piccolo intervento come questo.
In anni in cui la globalizzazione e le crisi (bolle speculative) non sono state governate tutelando chi lavora onestamente e realmente, sono state anzi paradossalmente aggiunte come costi in più sulla carne viva dei lavoratori autonomi. Per non parlare della devastante mancanza di tutela e cultura delle specificità artigianali e artistiche che irresponsabilmente ha sfrattato l’artigianato locale degenerando sotto gli occhi di tutti la più bella citta del mondo, l’irriconoscibile Venezia attuale……
Questi anni hanno visto le associazioni di categoria compresa la mia far da palo, senza una efficace azione e reazione a una politica di rapina e saccheggio sulle spalle di imprese e imprenditori. In nome di Equità e Equitalie Varie, a questo territorio è stato manomesso e spento il motore, l’entusiasmo, le motivazioni che ti fanno alzare la mattina e intraprendere un’attività.
Se non iniziamo a combattere il lavoro nero e questa “italica arte di arrangiarsi” rendendo più praticabile e sostenibile il lavoro bianco, l’iniziativa delle denunce porterà solo nella migliore delle ipotesi, come nel “Gattopardo”, a lasciare tutto com’è.
Associazione di categoria a cominciare dalla mia meno demagogia andiamo al cuore dei problemi.
IL LAVORO BATTE SEMPRE DIGNITOSO DI PER SE’.
Ai pittori della politica ricordo che sarebbero al servizio del lavoro e dei suoi artefici per colorarlo a “regola d’arte” con il colore più bianco e sostenibile, sicuramente più candido di quello che ci vediamo attorno.

Gualtiero Dall’Osto
Presidente di Unione Artistico Provinciale C.N.A. di Venezia
Venezia , Settembre 2015