Scrivo toccato su un tema che mi sta molto a cuore, dopo avere letto gli articoli apparsi in data 18 Marzo u.s. su “La Nuova Venezia “ e su “Il Gazzettino” relativamente al marchio “Venice selection “
Da trent’anni faccio il mascherer a Venezia, il mio Laboratorio ha al suo attivo tra l’altro collaborazioni artistiche importanti con i principali Teatri in ambito non solo nazionale e attività di dimostrazioni teoriche sulla maschera tradizionale veneziana e laboratori di decorazione della maschera che informano, coltivano e accrescono la sensibilità della nostra clientela internazionale sul valore dell’artigianato artistico veneziano.
Siamo stati per questo invitati in tutto il mondo per rappresentare Ve e il suo artigianato : il nostro curriculum è online sul nostro sito www.tragicomica.it
In particolare, negli ultimi dieci anni vivendo e prevedendo il tema come ditta del settore ci siamo impegnati oltre a promuovere anche per denunciare la mancanza di attenzione delle istituzioni cittadine sulle problematiche dell’artigianato artistico ( a questo proposito si possono vedere gli articoli che ho scritto e che sono stati pubblicati sulla stampa locale tra cui l’ultimo“Non fa rumore la Morte dell’Artigianato Artistico “ apparso su “la Nuova Venezia” e su “Il Gazzettino” lo scorso Febbraio 2009 ).
Per anni sono stato iscritto rispettivamente alle Associazioni di categoria CNA e CGIA, ma ho tolto l’iscrizione per avere verificato la mancanza di impegno nella valorizzazione della qualità a discapito della quantità di iscritti e l’uso strumentale dell’artigianato artistico più per promuovere chi promuoveva che per perseguire l’interesse specifico dell’artigianato d’arte e Venezia.
Chiarisco la mia totale disponibilità e interesse con qualunque associazione aldilà degli schieramenti politici ad aderire ad iniziative realmente fattive dell’interesse e della visibilità dell’artigianato artistico .
A questo punto mi chiedo perché la mia ditta come tante altre non sono state coinvolte né contattate per aderire al progetto del marchio “Venice Selection” e come mai da quanto si evince dell’articolo, queste iniziative sono limitate e circoscritte a piccole cerchie che invece di cercare una linea collettiva di promozione e valorizzazione si chiudono su sé stesse ben attente a coltivare sé stesse a scapito di altre e della questione generale.
Mi domando quale sia il criterio con cui il Comune ed il Vice Sindaco si limita ad aderire al progetto di una sola Associazione cittadina invece di allargare i propri orizzonti al panorama totale di maestranze della città che sia rappresentativo del reale fenomeno di artigiani-artisti e non specifico di una associazione. Perché un’associazione che ammette di aver puntato troppo su un turismo di massa tiene circoscritta la proposta nell’ambito dei propri iscritti e non si allarga e non si ampia virtuosamente a stimolare la promozione di tutti i maestri artigiani della città? magari riuscendo a conquistare nuovi e più motivati iscritti?
Mi domando quale sia il criterio di selezione delle venticinque/cinquanta imprese che potranno fregiarsi del marchio a discapito di tutte le eccellenze il cui profilo non apparirà sulle 150mila mappe distribuite anche dall’APT.
Progetti come questo – iniziative rivolte a piccole elite che hanno il solo potere di creare divisioni invece di far crescere l’artigianato artistico promuovendone le sue potenzialità culturali, didattiche e formative – sembrano diventare l’occasione ulteriore di disgregazione, malumore acredineinvece di opportunità di fare una politica virtuosa, un ragionamento complessivo con forza, creando rapporti di aggregazione e sinergia tra gli artigiani in ambito artistico.
Inoltre, suppongo che i finanziamenti per queste iniziative debbano rappresentare un patrimonio collettivo di tutto l’artigianato artistico di qualità in città e non appannaggio di selezioni condivisibili ma arbitrarie il cui criterio è peraltro sconosciuto ai più.
Se il senso di queste iniziative è solo questo, allora si tratta di una delle tante occasioni perse (abbiamo visto cosa è successo a Murano NDR).
Non vorrei che questa città perdesse continuamente l’occasione di fare di queste iniziative il reale e concreto bene dell’artigianato artistico.
Peraltro è paradossale che ditte come la mia non siano state coinvolte da queste iniziative non essere stato coinvolto neppure interpellato per poter analizzare la proposta ed essere scelti dalla stessa associazione che organizza il marchio per formare allievi stagisti all’interno del mio Laboratorio in seno al programma annuale di stages in cui veniamo coinvolti da istituzioni scolastiche e progetti internazionali ospitando studenti italiani e da tutto il mondo.
Vorrei sottolineare ulteriormente che se questa è la politica per promuovere l’artigianato nel progetto stesso è scritto il suo limite, vista la settorialità dell’iniziativa, che è quello di fare elite invece di fare coinvolgimento e reale promozione dei nostri maestri artigiani
Sono d’accordo sulla selezione ma in ambito complessivo e generale della città perché la selezione va fatta sulla professione e sulla professionalità e non sul numero chiuso vecchio e deleterio costume italiano quello che dà vita alle “caste chiuse”.
Se al contrario queste iniziative sono occasione di una verifica di chi realmente professa professione e professionalità e si dà visibilità e si dà eco sviluppando dignità per questo settore cosi importante e così trascurato allora ci sarà tutto il virtuoso appoggio e impegno per allargare e coinvolgere tutte le ditte meritevoli di questa attenzione e importanti per la qualificazione dell’immagine stessa di Venezia.
L’artigianato si promuove oltre che selezionandolo, esibendolo strettamente collegato al gesto stesso che le varie professioni hanno da mostrare. La nostra specificità è quella di proporre degli oggetti che hanno strettamente intrecciato il gesto creativo del nostro mestiere e questo è importante che venga riconosciuto e promosso attraverso spazi ed occasioni in cui poter esibire la nostra specificità.
Auspico una politica che diventi progetto e sensibilità su questi temi e che questa iniziativa tenga in debito conto questa che non è solo la mia riflessione per non essere l’ultima, ennesima occasione persa per l’artigianato d’arte a Venezia
Gualtiero Dall’Osto
Venezia, li 18 Marzo 2009